sabato 15 dicembre 2012

Nuvolari e l'Auto Union

Il rapporto Nuvolari - Alfa era andato progressivamente deteriorandosi durante la stagione 1937: a causa non solo della mancanza di competitività, ma anche delle problematiche di gestione che avevano sprofondato il team nel caos, dopo che ormai si era esaurita anche la "stagione" (tra il '35 ed il '36) delle vittorie miracolose, contro la superiorità delle auto tedesche. 
I prodromi dell'addio, avvenuto nel corso della stagione '38, si ebbero già l'anno prima, con la partecipazione di Nuvolari al GP di Berna con l'Auto Union.
Si trattò, a tutti gli effetti, di una prova generale dell'approdo in pianta stabile del "mantovano volante" all'Auto Union, a partire dal luglio del 1938.
Il primo assaggio dell'Auto Union da parte di Nuvolari non fu però dei più semplici. Tazio salì, digiuno, sulla Type C con il suo mostruoso motore posteriore tanto complicata da guidare da mettere in difficoltà persino il "mantovano volante".
Di quella gara, rimane famoso un aneddoto: Rosemeyer, ad un certo punto, era finito fuori pista ed era stato spinto, rischiando di venire squalificato. Bernd, rientrato al box a piedi (in modo da evitare la squalifica) aveva quindi chiesto che venisse fermato Nuvolari, perché gli cedesse la macchina e venne quindi accontentato. Fin qui, tutto normale. Quello che stupisce è la dichiarazione di Nuvolari, che aveva ceduto sorridendo l'auto al collega, a fine corsa: Tazio sostenne che, se si fosse accorto prima che Rosemeyer era uscito di pista, gli avrebbe ceduto subito l'auto, senza completare il giro.
Questa dichiarazione era la conseguenza non solo delle difficoltà di Tazio con la Type C, ma anche della simpatia e stima reciproche che lo legavano a Rosemeyer: un'amicizia molto particolare, ed anche un po' misteriosa, basti pensare che i due non parlavano nemmeno una lingua comune. 
Per la cronaca, Nuvolari era poi rientrato in gara rilevando l'auto di Fagioli, chiudendo così quinto in tandem con Rosemeyer e settimo in accoppiata con Fagioli ..
A parte la parentesi del GP di Svizzera, Nuvolari dovette aspettare il luglio del '38 per risalire su un'Auto Union. Un approdo, questo, che aveva avuto un lungo iter: già nel '34 tra la casa tedesca e Tazio era intercorsa una trattativa, poi abortita forse per il veto di Stuck. 
Per liberarsi dall'Alfa ed accasarsi all'Auto Union, rimasta orfana di Rosemeyer (scomparso nel gennaio del 1938) Nuvolari aveva dovuto ricorrere all'espediente di un finto ritiro, annunciato dopo l'incendio della sua auto nelle prove del primo Gran Premio della stagione (a Pau). 
Le prime gare di Nuvolari con la Tipo D erano state, sulla falsa riga di quel primo approccio del '37, piuttosto difficili.
Al Grand Prix di Germania, dopo un'uscita di pista, aveva completato la gara rilevando l'auto di Muller e chiudendo quarto.
A Pescara colse la pole ma in gara dovette ritirarsi per un guasto meccanico.
In Svizzera, dove aveva debuttato l'anno prima, aveva concluso solo nono. 
A Monza, però, Nuvolari compì un autentico capolavoro: scattato quinto dalla griglia, riuscì in breve a portarsi negli scarichi di Lang, in quel frangente leader della corsa. All'ottavo giro, per la gioia degli spettatori, Nuvolari passò Lang conquistando la leadership e conservandola fino al traguardo. 
A ottobre, subito dopo la vittoria di Monza, Nuvolari colse un altro successo leggendario: quello di Donington.
Fu così che l'immenso vuoto lasciato dalla scomparsa Bernd venne almeno in parte colmato: l'Auto Union aveva un nuovo grande alfiere: Nuvolari. 

-Bernd508-

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