sabato 29 dicembre 2012

Umberto Maglioli: "the mad italian" alla Carrera Panamericana

Alla Carrera Panamericana del 1953 si era guadagnato l'appellativo di "mad italian" o "suicida volante": Umberto Maglioli si era meritato in pieno quei soprannomi, grazie alle tre vittorie di tappa ottenute, con la Ferrari 375MM, segnando la spaventosa media di 222,59 km/h, la più alta mai fatta registrare, fino a quel momento, in corse su strade ordinarie.
La vittoria alla Carrera aveva un significato particolare, perché si trattava senz'altro della gara più dura del campionato. 

Di quella gara, Maglioli poteva considerarsi una sorta di specialista. Nel '52, edizione che vide il dominio delle Mercedes 300 SL (con l'accoppiata Kling/Klenk al primo posto e quella Lang/Grupp al secondo), Maglioli (in coppia con Bornigia) si era messo in luce alla guida di una Lancia Aurelia B20, dotata di compressore, ottenendo un quarto posto.
   
Detto della vittoria del '53, ottenuta in realtà in modo molto più agevole di quanto i soprannomi romanzati dei giornalisti possano far pensare, merita di essere menzionata, parlando di Maglioli, anche la Carrera del '54, che sarebbe stata anche l'ultima edizione di quella corsa.

Prima di parlarne, merita però attenzione ancora quell'edizione del '53 per la discrasia tra l'apparente follia dell'impresa di Maglioli (quella media da girare la testa ..) e la padronanza ed il controllo sfoggiati del pilota sul mezzo lungo le strade messicane. 
Mi viene in mente, in tal senso, un riferimento trasversale: Musso ed il calvaire, la temibile curva di Reims, che i piloti sfidavano cercando di farla in pieno. Musso, nel '58, cerando di farlo in gara, era stato vittima di un incidente. Hawthorn ci era riuscito in qualifica. Fangio, interrogato da Musso sulla possibilità di percorrere in pieno il Calvaire, sul punto era stato sibillino: si può fare, ma è un gioco di equilibri. Eccoci qui: il dato impressionante di Maglioli nella Carrera del '53 era stato tenere quelle velocità senza forzare, senza sfondare il limite. Era rimasto, insomma, nell'alveo delle cose ragionevoli, entro le proprie capacità di guida, senza superare il limite.

Ma veniamo, alla Carrera del '54. La gara era stata una contesa tra Phill Hill (il regolarista poco amato, ma sopportato, da Enzo Ferrari) e Maglioli: il primo, aveva corso con una 375MM, mentre il secondo con una 375 Plus Pininfarina.
Il duello, per così dire, si risolse in una vittoria di Maglioli, in quella che sarebbe stata appunto l'ultima Carrera. Si dice, addirittura, che la decisione degli organizzatori di non proseguire con la corsa sia dipesa dalle impressionanti medie imposte da Maglioli nelle ultime edizioni che lasciavano presagire, sottotraccia, il rischio di una tragedia. 

Forse non a caso, Maglioli si era rivelato specialista anche di un'altra corsa Sport: la Targa Florio, vinta la prima volta nel 1953 (con una Lancia D20) e una seconda volta con una Porsche 550RS nel '56 (tenendo per così dire al battesimo della vittoria in una gara mondiale la Porsche). 

-Bernd508-

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