giovedì 31 dicembre 2009

La rivalità Prost-Senna

Senna arrivò in McLaren nel 1988 dalla Lotus e con lui arrivarono anche i motori Honda. Ron Dennis volle il brasiliano ritenendolo il miglior talento in circolazione e lo affancò al francese Prost, pilota storico della McLaren.
Prost riteneva che Senna avesse un vantaggio dall'aver lavorato lungamente con la Honda negli anni precedenti. Senna si rendeva conto che Prost non era una persona qualsiasi in McLaren e non solo per i tanti successi.
A proposito di Prost, è molto interessante l'articolo che la rivista inglese Motorsport di ottobre dedica al pilota francese, incentrando l'articolo sulle opinioni di Cheever, allora compagno di Prost alla Renault. Cheever ci spiega che Prost era un pilota maniaco del dettaglio, aveva un talento 9 su 10 e soprattutto era un gran "politico", nel senso che Alain sapeva sfruttare molto bene la propria posizione nel team, sapeva imporsi.
Ai tempi in cui Lui e Prost correvano alla Renault non esisteva la telemetria e quindi non potè cercare di studiare Prost, come invece avrebbe fatto Hill nel '93, quando da debuttante ebbe un grande vantaggio da poter studiare la telemetria del Campione francese. Così, ciò che riusciva a fare Prost con la Renault rimaneva un mistero per Cheever che infatti dice letteralmente "He [Prost] was a magician".
Se Ayrton non era nella condizione di Hill, di dover imparare a guidare una F1, comunque il brasiliano ebbe modo di avvantaggiarsi della capacità di Prost di sistemare l'auto. Ovviamente lo strumento era lo studio della telemetria. La situazione tra Prost e Senna era potenzialmente esplosiva perchè tutti e due erano dei corridori affamati, entrambi sapevano come essere leader del team. Prost aveva dalla sua molti anni in McLaren, ma ben presto capì che Ron Dennis stava dalla parte di Senna. Dopo l'incidente a Monaco, quando Senna sbattè al Portier, Dennis al galà del team si preoccupò unicamente di rincuorare Senna, forse colpito dalla reazione del brasiliano dopo l'incidente. Senna, infatti, dopo aver sbattuto con l'auto, perdendo un gp che stava dominando, si ritirò nel suo appartamento. Cinque ore dopo l'accaduto, quando finalmente Ramirez riuscì a parlare con Senna, Ayrton era ancora disperato per quanto accaduto. Senna disse di quell'incidente che lo aveva reso più forte, gli aveva insegnato a mantenere più alta la concentrazione.
Prost, comunque, aveva nel team un punto di riferimento importante: Jo Ramirez. Jo era molto amico di entrambi i piloti e Alain si fidava di lui, considerandolo leale verso entrambi.
Quando la McLaren si presentò al via della stagione 1988 fu chiaro che avrebbe dominato. Oltre ai due migliori piloti, schierava la miglior auto, con il miglior motore. Già da tempo a Ron Dennis si era unito Mansour Ojjeh che aveva apportato capitali e reso possibile il lancio della McLaren verso un'era di successi. Inoltre, il team vantava anche un'organizzazione efficiente, grazie a Jo Ramirez, già direttore sportivo della Fittipaldi, della Shadow e di altri team.
Ciò che non era chiaro era con chi la McLaren avrebbe vinto. Ron Dennis disse che non ci sarebbero stati ordini di scuderia ma che ci sarebbe stata piena fiducia nei piloti. Un pò lo stesso che dicevano alla Williams ai tempi di Piquet e Mansell. La cosa non era priva di contro indicazioni, come fotografò Frank Williams con una sua frase: "Non si possono mettere due tori in un cortile".
La stagione 1988 terminò con Senna campione del mondo pur con meno punti del francese, grazie al sistema degli scarti. Va detto, comunque, che Senna aveva vinto più gare di Prost in quella stagione.
L'anno dopo, l'89, vide un ulteriore deteriorarsi dei rapporti tra Prost e Senna e tra Prost e Ron Dennis. Un giorno, Prost spiegò a Ramirez che avrebbe lasciato la McLaren per via non della rivalità con Senna ma del clima creatosi. L'addio di Prost si consumò tra polemiche interne al team, con il famoso contatto a Suzuka, la ripartenza di Senna e la successiva squalifica per taglio di chicane, con il titolo a Prost. Se Senna avesse vinto l'ultima corsa, Dennis avrebbe fatto ricorso ai tribunali ordinari.

Ciascuno dei due conosceva la grandezza dell'altro. Prost era più forte nel settare l'auto ed era un gran ragioniere, ma anche un pilota costante e velocissimo. Ayrton era un pilota con una incredibile sensibilità di guida che lo rendeva inarrivabile sotto la pioggia o sui circuiti in cui il driver fa la differenza (come Monaco).
In parte si può dire che Senna incentrasse la sua carriera sull'idea di battere Prost, perchè Prost era il migliore mentre lui era il giovane emergente. Ramirez, uomo pragmatico, diceva sempre a Senna di non dannarsi l'anima per battere Prost: "Alain è più vecchio di te, tu sei il giovane, lui si ritirerà prima di te". E infatti Alain si ritirò nel '93. Nel '94 tra i due avvenne un famoso colloquio attravero il collegamento radio box-vettura, durante il quale Ayrton disse a Prost "mi manchi". A Imola, il primo maggio, la morte di Senna ci privò di quello che sarebbe stato l'unico dualismo della storia della f1 in grado di eguagliare il dualismo Prost-Senna: quello Schumacher-Ayrton. Il duello tra il tedesco (giovane) e Senna è durato lo spazio di due stagioni (92 e 93) e 3 gare; se Ayrton non fosse scomparso, avrebbe occupato tutta l'ultima parte della carriera di Ayrton e la prima parte della carriera "adulta" di Schumacher (considerati il 92 e il 93 di crescita per il tedesco): sarebbe stato fantastico, ma il destino ha voluto diversamente.
-Bernd508-
Bibliografia:
- Motorsport, ottobre 2009
- Jo Ramirez: "un uomo da corsa"

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