giovedì 31 dicembre 2009

Stefan Bellof

Non sono d'accordo con chi parla di Bellof come di talento sprecato o inespresso. Le prestazioni di un driver, alle volte, tendono a essere lette in chiave di "suggerimento". Una bella qualifica, o una rimonta spettacolare sembrano suggerire o promettere altri successi, altre pole. Quando, per tanti motivi, queste promesse restano deluse, allora si parla di "incompiuto". L'errore, a mio modo di vedere, è quello di non guardare alla grandezza del gesto in sè. 
A volte, infatti, ad un pilota può bastare un'impresa, un colpo di classe, per essere consacrato alla storia, senza necessità di un palmares colmo di successi.
Ritengo sia il caso di Bellof, consacrato quale campione assoluto dalla splendida rimonta all'Estoril del 1985, o dalla gara di Monaco '84 (con le F1), oltre che dal titolo mondiale Endurance del 1984.
Monaco '84, ed Estoril 1985, sono entrambe ricordate per le imprese di Ayrton Senna. A Monaco, Senna ottenne un secondo posto con la Toleman, con la corsa interrotta quando ormai aveva nel mirino Prost. In Portogallo, invece, il brasiliano colse, correndo splendidamente sul bagnato, la sua prima vittoria.
Ma torniamo a Bellof. A Monaco il tedesco guidò in modo sensazionale e rimontò dal fondo, portandosi terzo. Proprio nel finale, quando la pioggia era più forte, Bellof letteralmente mangiava la strada che lo separava dal brasiliano, che a sua volta stava prendendo Prost. Senna e Bellof quel giorno a Monaco guidarono in modo spaventoso, così come, sempre sulle strade del principato, aveva saputo fare Guy Moll nel 1934. Esattamemte come Senna e Bellof, anche Guy Moll era una giovane promossa e la sua formidabile gara, per certi versi, risultò una sorpresa.
Il ruolo che venne impersonificato da Prost nel 1984, ossia quello del campione maturo che viene pressato dai "ragazzini tremendi", nel 1934 spettava a Chiron. Parlando di Guy Moll, cui abbiamo accostato Bellof e Senna, la leggenda vuole, a proposito della corsa di Monaco del '34, che Enzo Ferrari fosse andato alla curva del Gasometro per vedere come se la cavava il ragazzo.
Ferrari rimase prima inorridito dal modo con cui Moll stava affrontando quella curva, un modo che lasciava presagire un solo esito, ossia l'uscita di pista. Ma come accadeva quando c'era Nuvolari al volante, proprio quando la macchina pareva destinata all'incidente, ecco che magicamente essa usciva dritta dalla curva, pronta ad affrontare il rettilineo. Enzo Ferrari probabilmente ripensò proprio all'esperienza del giro di pista con Nuvolari, quando ad ogni curva sembravano destinati a finire fuori strada, guardando l'algerino guidare così. 50 anni dopo, ecco gli eredi di Moll: Senna e Bellof. Prost a differenza di Chiron (che, a causa della pressione di Moll, finì fuori all'ultimo giro) non pagò dazio a chi lo inseguiva: la gara venne provvidenzialmente interrotta (anche se è ingeneroso attaccare il direttore di corsa, Ickx) prima che Senna lo potesse attaccare. Sulla corsa di Senna e Bellof, però ci sono delle ombre. Senna, pare, avesse la vettura danneggiata: in una "toccata" aveva rovinato la sospensione e c'era il timore che potesse cedere. Se la gara fosse continuata, la Toleman avrebbe retto? Nessuno lo può dire. Su Bellof, invece, c'è qualcosa di più che un'ombra. La sua impresa, infatti, almeno da un punto di vista formale venne cancellata dalla squalifica della sua vettura, la Tyrrell, dal mondiale. Quell'anno, infatti, la squadra inglese, con uno stratagemma, barava pesantemente sul peso.
Estoril 1985, invece, per Ayrton e Stefan fu la corsa della consacrazione, senza "se" e senza "ma". Senna vinse, Bellof rimontò da ventunesimo a sesto. 
Facciamo un salto indietro, al 1981. Fu in quell'anno, infatti, che Bellof ebbe l'occasione di esordire nel campionato tedesco di F3. Stefan lo fece con una vettura (schierata dalla squadra di Bertram Schäfer) che non aveva mai dato la sensazione di poter vincere una corsa. Invece, con Bellof, alla sua gara di esordio, la macchina volava: fu la più veloce in tutte le sessioni, in tutte le condizioni. Bellof riuscì a vincere tre corse, in quel campionato, e, nonostante non avesse corso le prime due prove del campionato, si giocò il titolo. Ma lo perse all'ultima gara, quella del Nurburgring, complice un certo Dauer, pilota presente a quell'ultima corsa del campionato di F3 tedesca come "ospite speciale", che per due volte gli andò addosso rovinandogli la macchina.
L'anno scorso, la trasmissione Griglia di Partenza, in onda sull'emittente Telenova, ha dedicato un servizio a Bellof. Presente in studio, anche Beppe Gabbiani, compagno di squadra di Bellof in F2. Il giudizio di Gabbiani fu secco: "imbattibile coi prototipi, fortissimo col formula". 
La carriera di Stefan nell'endurance merita un approfondimento.
Nel 1983, Bellof divenne pilota del team Rothmans che schierava le Porsche 956, vetture veloci ma difficili da guidare. A Silverstone, Stefan ottenne una pole incredibile, con un tempo di ben due secondi più rapido di quello di Ickx, ossia il mostro sacro della categoria. era la prova che Stefan aveva capacità di guida fuori dal comune: il giro da qualifica, con le 956, vetture turbo, era una prova molto severa per un driver, che si trova costretto ad avere a che fare con un'auto molto nervosa, da portare al limite. Ancora una prova maiuscola, sempre nel 1983, al Nurburgring, dove colse il miglior tempo assoluto. In gara Bellof venne danneggiato dalla minor abilità del compagno di team, Derek Bell, rispetto ai mostri Ickx e Mass. Infatti, per recuperare quanto perso nel turno di guida di Bell, Stefan andò fuori pista.
L'84, come detto, è stato l'anno dell'impresa di Monaco, cancellata dalla squalifica, con le F1, e della conquista del titolo Endurance, al termine di un dominio netto.
L'anno seguente, però, Stefan non fece parte del team ufficiale Porsche. Fu messo alla porta per le pressioni di Ickx? Non è dato sapere. Comunque andarono le cose, Bellof si dovette accasare ad un team privato ed accontentarsi della Porsche 956b contro avversari con le 962. Il divario tecnico tra le vetture sembrava incolmabile, ma Bellof riuscì comunque a dare battaglia. Alla 1000 km di Spa riuscì a sfidare Ickx. Una lotta serrata, che terminò all'Eau Rouge, assieme alla vita di Stefan. Nel tentativo di sorpasso, l'auto di Bellof toccò quella di Ickx e finì fuori pista, determinando la morte di Stefan.

Nel raccontarvi, senza pretesa di completezza, la storia di Bellof abbiamo scelto di accostarlo a Moll. Anzi, abbiamo di fatto "mescolato" le due biografie. è stata una scelta non casuale, perchè proprio come Guy Moll, anche Bellof sapeva fare la differenza con un modo di guidare "magico" o da "fantascienza dell'automobilismo", per dirla con Enzo Ferrari. E non è proprio un caso che Ferrari fosse sul punto di ingaggiare Bellof per l'86. In riferimento a Stefan, tuttavia, sarebbero stati possibili anche altri paralleli. Anzitutto, con Rosemeyer, per la guida spettacolare. Poi, con Caracciola, per le qualità sul bagnato. 
In ogni caso, abbiamo avuto l'onore e il piacere di ricordare un grandissimo dell'automobilismo .. non per quello che avrebbe potuto fare, se fosse vissuto di più (e avesse avuto più fortuna), ma per ciò che ha realizzato con quello che le circostanze gli hanno messo a disposizione.
-Bernd508-   

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