martedì 25 agosto 2009

Nuvolari

Aveva ragione Terruzzi nel definire Nuvolari "saetta futurista". A prima vista un accostamento, quello del mantovano volante e del futurismo, che si giustifica per un fatto cronologico o per il "mito della velocità" che ha caratterizzato entrambi. C'è di più e il giornalista del CorSera l'ha capito molto bene. è lo stesso Nuvolari ad assumere una forma futurista.
Come si fa a raccontare Nuvolari? Se ne può elencare il Palmares o richiamarne le imprese, ma sarà sempre un racconto incompleto. Come Rosemeyer anche il mantovano volante si può raccontare solo tramite un'istantanea, un'immagine fissa ma che trasmette in sè movimento (che c'è di più futurista?): quella di Nuvolari in curva con la macchina di traverso, in derapata. 
Quello era lo stile di guida di Tazio, il suo marchio di fabbrica. Ferrari ebbe l'avventura di salire in macchina con Lui, una volta, e dovette rimanere parecchio scioccato, ma probabilmente anche incantato, dall'esperienza. Raccontò il Drake che ad ogni giro gli pareva di finir fuori pista .. invece la macchina era sempre lì sulla strada giusta 


Nuvolari è stato un campione di livello assoluto delle due e delle quattro ruote, ed è entrato nella leggenda per la sua tecnica di guida, le sue imprese leggendarie, ottenute (spesso) senza disporre del miglior mezzo meccanico.
Sulla grandezza di Nuvolari nella sue epoca, e nella storia, si possono dire tante cose. Che abbia segnato i suoi tempi e la storia è un fatto. La misura di questa grandezza è un aspetto sul quale è necessario discutere.
Nuvolari ha vinto tanto (ricordiamo la mille miglia del 1930, il TT di Belfast, sempre nel '30, la Targa Florio del 1931, la vittoria al Gp del Nurburgring del 1935, la coppa Vanderbilt del '36, il successo a Donington del 1938, con l'Auto Union). Il più vincente della sua era, però, è stato Caracciola che dal '35 al '39 vinse 3 titoli europei con le formadibili Mercedes.
Chi più grande: Nuvolari, dalla guida sensazionale, o Caracciola, il più vincente?
è una questione universale: meglio il vincente, che concretizza il potenziale dell'auto, o quello che, disponendo di un mezzo meccanico inferiore, riesce grazie al suo talento a prevalere in qualche occasione?
è la domanda che ci si pone ogni tanto, quando ci si chiede quale posto nella storia occupi uno come Gilles Villeneuve, che ha vinto poco ma ha guidato come pochi.

Sono questioni alle quali, forse, non si può rispondere. è il limite, o la grandezza, di uno sport dove il pilota, di regola, non è mai il protagonista assoluto, dovendo dividere la scena con l'auto, il team e .. l'imprevisto.

Eppure, ci sono dei piloti, tra cui Nuvolari, che si sono imposti come protagonisti, sovvertendo l'ordine delle cose. Imponendo una specie di visione rovesciata delle cose, che allontana ciò che dovrebbe essere in primo piano, come la sorte o il mezzo meccanico.



L'epica storia di Nuvolari annovera, tra le sue pagine, quella della sfida ai "titani" tedeschi e alle loro mostruose auto.
Certo, mostruose in primis per chi le guidava, ma anche per chi le affrontava.
Dal 1934 la Germania nazzista si era lanciata alla concquista del mondo delle corse da Gp.
L'arma segreta dei tedeschi (Mercedes e Auto Union) erano i telai leggeri delle loro "frecce d'argento", realizzati con particolari leghe metalliche.
Dato che nelle corse (tranne che per quelle di "formula libera") era imposto un peso massimo di 750 kg (esclusa benzina e driver), più leggero era il telaio, più pesante poteva essere il motore.
Fu così che i tedeschi realizzarono le loro auto dotandole di motori potentissimi. Per le Alfa non c'era partita. Ma qui si innesta il mito Nuvolari, che batte i tedeschi, nel '35, a casa loro, al Nurburgring.



Quella del Nurburgring fu però una sorta di canto del cigno delle Alfa che non erano in grado di reggere la competizione con le auto tedesche. Fu così che Nuvolari nel '37 a stagione in corso assaggia le Auto Union. Nel GP di Berna di quell'anno, Tazio sale, digiuno, sulla Type C con il suo mostruoso motore posteriore tanto complicata da guidare da mettere in difficoltà persino la nostra "Saetta futurista". 
A proposito di quella gara, è famoso un aneddoto: Rosemeyer durante la gara era uscito di pista ed era stato poi spinto, venendo squalificato. Così si era fermato ai box chiedendo che venisse fermato Nuovalari perché gli cedesse la macchina e così andò. Nuvolari, a fine gara, avrebbe dichiarato che, se si fosse accorto prima che Rosemeyer era uscito di pista, gli avrebbe ceduto la macchina prima di completare il giro. 



Un'altra epica pagina, scritta da Nuvolari, è quella delle mille miglia corse nel dopo guerra: quella del '47 con un secondo posto tanto sfortunato (perse la prima posizione a causa di un guasto) quanto epico, dato che la sua vettura (una Cisitalia 1100) era decisamente poco potente in confronto ad altre vetture. Come abbiamo detto, piloti come Nuvolari riescono a trasformare tutto il resto in dettaglio, in aspetto secondario. L'auto meno potente, il mancato successo .. sono aspetti che non contano nulla, anzi, amplificano la grandezza dell'impresa.
Nel '48, con una Ferrari, dominò la corsa, senza farsi rallentare dai vari problemi meccanici, finchè l'auto non lo piantò in asso.

Come si è detto, il mito di Nuvolari si lega, anche, al suo stile di guida, al suo modo di affrontare le curve in derapata. Quando le ruote non erano indipendenti e gli pneumatici erano gonfiati ad altissime pressioni, le derapate di Nuvolari erano spettacolari.
Quando le sospensioni divennero indipendenti e le gomme iniziarono ad essere gonfiate a pressioni medie, Nuvolari dovette limitare un pò la spettacolarità delle derapate, ma mantenne questa tecnica.
-Bernd508-

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