lunedì 16 novembre 2009

La Mannin Moar e il suo maestro

Dal 1924 le corse sulle strade vennero bandite in Inghilterra. Un'eccezione a questa regole era rappresentata dall'Isola di Man dove, tra il '33 e il '35 venivano organizzate due corse per auto.
Una era riservata a vetture di maggior potenza, la  c.d. Mannin Moar
L'altra, era riservata alle auto meno potenti, ed era denominata Mannin Beg.
Entrambe le gare si svolgevano su un tracciato cittadino attorno a Douglas: il modello, chiaramente, era il GP di Monaco che aveva rivoluzionato il mondo delle gare.
Tuttavia a Douglas la corsa era nettamente più veloce che a Monaco, dal momento che si raggiungevano i 105 km/h di velocità media contro i 96 delle strade del principato.
Il tracciato era di grande fascino. Chiudete gli occhi e immaginate di percorrere alla massima velocità un ampio arco, corrispondente alla baia. Quindi di frenare improvvisamente per affrontare una curva ad angolo retto. Poi di procedere tra curve a 90 gradi e rettilinei brevi, fino ad una curva veloce che vi porta su un rettifilo di media lunghezza. Lì un arco acuto e poi nuovamente la baia. Il tutto sfiorando case, pali, marciapiedi. Immaginate, poi, di farlo con un'Alfa P3. Una follia, una corsa dove conta il coraggio, forse più del talento.
Il maestro di questa corsa, organizzata dal RAC, fu l’hon. Brian Lewis, il quale vinse tutte e tre le edizioni.

Alla prima edizione del 1933, 9 vetture si presentarono al via.

La contesa per la vittoria si svolse tra Lewis, Eyston (che pilotavano delle Alfa Monza) e Rose-Richards (con la Bugatti).
Al via, Brackenbury prese la testa della gara, ma a Woodbourne Road, venne passato da Eyston, seguito da Lewis e Rose-Richard. Il primo giro si concluse con i piloti in questo ordine.
Dopo 5 giri, Eyston guidava la corsa, seguito ancora da Lewis, ad un secondo e Rose-Richards a 3 secondi.
Al passaggio successivo Lewis trovò lo spazio per passare Eyston a Bucks Road.
Dopo circa venti giri, Lewis era ancora il leader della corsa, con 30 secondi di vantaggio sul secondo, Rose-Richards. Lewis si fermò, quindi, per rifornire. Dopo 30 secondi di sosta, rientrò davani a Rose-Richards, con 5 secondi di vantaggio. Alle loro spalle, Eystone.
Tra Lewis e Rose-Richards, si svolse il duello per la vittoria, che durò sino a che Rose-Richards non ebbe problem al cambio, distaccandosi così da Lewis che andò, così, a vincere.
Nel 1934, Lewis vinse la corsa con l’Alfa P3, una vettura progettata da Vittorio Jano. Per la stagione 1935, Lewis vinse la corsa guidando il modello 59 della Bugatti, 3.3 litri.

Rispetto a Monaco la Mannin Moar era forse una gara più severa e difficile, un cittadino dove si alternavano curve veloci e lente.
Dunque cosa è mancato a questa corsa? Anzitutto, il fatto di non aver visto tra i suoi protagonisti i grandi driver del continente.
La corsa, d'altra parte, era nata chiaramente per attirare driver inglesi, visto il regolamento che escludeva le auto con un solo sedile. C'era, poi, la questione dei premi, troppo bassi per portare sull'Isola di Man i corridori europei. Tuttavia, come detto, non era nelle intenzioni degli organizzatori attrarre i grandi protagonisti del continente, piuttosto dar vita ad una corsa mai vista sulle isole britanniche, e questo obiettivo venne centrato.
Da un punto di vista dello spettacolo, la Mannin Moar fu un successo. Sul piano economico, invece, fu un disastro, nel senso che si risolse in una perdita.
-Bernd508-

2 commenti:

Anonimo ha detto...
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