domenica 6 dicembre 2009

La classe di Gilles

Pilota di classe unica, Gilles Villeneuve, al pari di Rosemeyer e Guy Moll, aveva la meglio sui propri avversari con la spettacolarità, con il controllo impossibile della vettura. La maledizione di Villeneuve è stato correre negli anni '80, epoca in cui il campionato era già prevalente sulle singole corse. Gli stessi errori, la stessa spettacolarità che avevano consacrato Bernd Rosemeyer e Guy Moll, sono stati considerati il limite di Gilles.
A 40 anni di distanza in pochi hanno capito pienamente la grandezza di Villeneuve. Il commento di Enzo Ferrari, lucidissimo e perfetto (d'altronde, Lui aveva vissuto le corse degli anni '30 e aveva conservato il metro di giudizio di allora), viene spesso appiattito sull'aspetto sentimentale, su quel "Gli volevo bene", rivolto al canadese. Il rischio, o meglio la conseguenza di questo indulgere sull'aspetto sentimentale è quella di perdere di vista la parte importante del commento del drake sul canadese, ossia l'aver racchiuso Gilles nella stessa categoria di Moll e Nuvolari. Un'analisi perfetta, perchè oltre alle qualità assolute, Gilles condivideva con i driver citati lo stile, quel modo di vincere basato sulla spettacolarità, ben diverso dallo stile "moderno" (ma non per questo migliore o peggiore) dei driver, da Senna a Schumacher, basato sull'aggressività. 

La sua formazione, Gilles la ebbe sulle motoslitte, con le quali corse negli anni della gioventù. Successivamente, guidò nelle formule locali (Formula Ford e Atlantic) con qualche presenza nella serie Can-Am. I suoi guizzi, la sua spettacolarità, ma anche la sua velocità, lo portarono all'attenzione di alcune squadre di F1, tra cui la McLaren di Teddy Mayer, che poi lo avrebbe effettivamente ingaggiato.
era il luglio del '77 quando Gilles fece il suo esordio in F1, su una McLaren non ufficiale, a Silverstone. Nelle prove, il canadese ottenne un'ottima nona posizione. La gara di Villeneuve fu rovinata da un problema tecnico: una spia gli segnalò un malfunzionamento del motore. Gilles si fermò al box dove venne verificato che era tutto a posto. A quel punto, scattò una furiosa rimonta, sino all'undicesima posizione. Il piazzamento non fu dei migliori, ma la velocità di Villeneuve impressionò tutti.
Tuttavia, questa magnifica prova non fu sufficiente a convincere Mayer, il quale preferiva un driver esperto e concreto, a confermare Villeneuve alla McLaren per il 1978.
Chi credette in Gilles, invece, fu Enzo Ferrari, che lo voleva per sostituire Lauda.
Con la Ferrari, Villeneuve ottenne 6 vittorie, di cui una è un capolavoro assoluto delle corse, Monaco '81, più un secondo posto che equivale ad un successo, il duello con Arnoux.
Mescolato a tutto questo, storie di lealtà e amicizia (con Scheckter), di tradimenti subiti (da Pironi), di imprese e cadute, fino alla definitiva, a Zolder nel 1982.
L'impresa più bella di Villeneuve, ritengo sia quella di Monaco nell'81 quando, con una vettura turbo, vinse la gara del principato sorpassando a Santa Devota, a 5 giri dalla fine, Alan Jones (che era salito al comando dopo il ritiro di Piquet). La manovra di Gilles fu splendida, un vero colpo di classe che riportò alla mente degli appassionati la vittoria di Clark a Monza nel '67. Un'impresa così bella che commosse i meccanici della Ferrari (che piangevano, mentre Forghieri ricordava loro che di successi ne avevano ottenuti altri).
   
Villeneuve, dunque, pilota "oltre i limiti", simile per classe e caratteristiche a Guy Moll e Bernd Rosemeyer. Dopo di Lui, ci sono stati piloti pari al canadese per classe assoluta; nessuno, però, che fosse ancora capace di basare la sua forza solo sulla spettacolarità, sul controllo oltre i limiti della macchina.  
I confronti tra Lui e Senna, altro pilota "oltre i limiti", sono inevitabili. Tuttavia, questi paragoni finiscono con il mettere in luce profonde differenze che si celano dietro il comune tratto del correre senza calcoli. Come si è detto sopra, lo stile di Senna era dato da una combinazione di controllo della macchina e aggressività. Ayrton, semplicemente, imponeva la legge del "o passo io o non passa nessuno dei due". Se Arnoux e/o Gilles fossero partiti da queste premesse, non avremmo visto il duello di Digione.
Villeneuve, invece, aveva uno stile puro, basato tutto sul controllo della macchina in condizioni impossibili.

Con 6 gp vinti, di cui uno a Montecarlo, con i criteri degli anni '30, Gilles sarebbe stato consacrato a eroe. Invece, con gli standard dell'era moderna, è stato considerato, direi decisamente a torto, un incompiuto.

-Bernd508-

1 commento:

liongalahad ha detto...

un post spettacolare, davvero! grazie Amante!