lunedì 22 febbraio 2010

Tripoli. La corsa dei milioni.


La chiamavano la “Corsa dei milioni” e definizione non poteva essere più corretta. Quel soprannome, che derivava dall’abbinamento della gara con una lotteria, ben si attagliava al clima sfarzoso che faceva di Tripoli la corsa più mondana della stagione. A voler fare un paragone con i nostri giorni, solo Montecarlo riesce a reggere, parzialmente, il confronto.

L’istantanea da cui inizia il nostro racconto è quella del semaforo (non è un errore) che diede lo start all’edizione 1937 della “corsa dei milioni”, che si correva sul tracciato della Mellaha. La testa della gara venne subito presa da Rudi Caracciola. In scia, Rosemeyer, Stuck, Von Brauchitsch, Fagioli e Lang. Caracciola accusò subito dei problemi e la corsa, dopo i primi giri, sembrò diventare un affare tra Rosemeyer, Stuck, Von Brauchitsch e Fagioli. I driver dell’Auto Union, però, si trovarono poco dopo a fare i conti con i consumi particolarmente accentuati degli pneumatici.  Alla fine risultò vincitore colui che aveva saputo meglio gestire i consumi degli pneumatici: Lang, su Mercedes. Per il pilota tedesco il successo a Tripoli fu il coronamento di un sogno che era iniziato diversi anni prima, quando Lang era entrato a far parte del team Mercedes .. come meccanico. Alla sera, Lang se ne stava andando a dormire, quando Neubauer lo fermò per portarlo al ricevimento che il governatore della Libia, Balbo, aveva organizzato in suo onore.

Non è un caso se abbiamo deciso di cominciare il nostro breve racconto su Tripoli proprio da Lang e dal suo successo del 1937: il driver tedesco è stato uno dei grandi protagonisti della storia di questa storia, con ben tre successi consecutivi, datati 1937, 38, 39.
Il fascino di Tripoli, oltre al circuito ultramoderno (quello della Mellaha), oltre allo scenario suggestivo, di quelli che oggi si inseguono portando il Circus ad Abu Dhabi o in Bahrein, consiste proprio in quel suo mescolarsi alle storie dei piloti che vi hanno corto: Lang, Varzi (vincitore di tre edizioni, nel ’33, ’34 e 36), Guy Moll, autore di un duello epico con lo “Stilista” nel 1934, Sir Birkin, Nuvolari. E non è finita qui. Perché Tripoli divenne, nel bene e nel male, sinonimo di polemica: le querelle Varzi - Moll e Nuvolari – Materassi. Ma anche, dell’immensa polemica per la combine del ’33.

Il GP di Tripoli, però, non era sempre stato la “corsa dei milioni”. Fino al ’33, infatti, neppure esistevano il tracciato della Mellaha, con le sue strutture all’avanguardia, o i ricevimenti del post gara.

1.GLI ALBORI DELLA CORSA
L’idea di organizzare un GP a Tripoli venne, come è facile indovinare, agli italiani, al cui regno (o, sarebbe meglio dire, impero) la Libia era annessa come colonia. Le prime edizioni della corsa si svolgevano su un tracciato che utilizzava anche le strade cittadine. La prima edizione, targata 1925, venne vinta da Balestrero su OM. La successiva edizione vide vincitore Eysermann su Bugatti.
Il GP di Tripoli nel 1927 venne inserito nel calendario automobilistico nazionale. L’edizione di quell’anno venne vinta da Materassi su Bugatti.
L’anno seguente, la gara vide un’aspra polemica tra Nuvolari e Materassi. Quest’ultimo aveva chiesto di poter correre senza meccanico a bordo e senza la zavorra sostitutiva. Trattandosi di una deroga al regolamento, serviva l’unanimità dei partecipanti. Nessuno dei driver si oppose, salvo il mantovano volante. Fu così che, per protesta, Materassi si rifiutò di correre.
L’edizione 1929, invece, vide l’entusiasmante rimonta del conte Gastone Brilli-Peri, che dopo essere stato attardato da un contrattempo alla ripartenza da un pit stop, riuscì a coronare col successo la rincorsa a Borzacchini e Nuvolari.
Appena un anno dopo, però, l’eroe dell’edizione ’29 avrebbe perso la vita proprio nella corsa di Tripoli. Per la cronaca, a vincere l’edizione del ’30 fu Borzacchini.

2. LA CORSA DEI MILIONI
Nel 1931 e nel 1932, l’Automobil Club di Tripoli si trovò nell’impossibilità di organizzare la corsa, per gravi difficoltà economiche: sul mondo si era abbattuta l’onda lunga della crisi di Wall Street del 1929.
Fu il Cavalier Egidio Sforzini, dietro suggerimento del giornalista della Gazzetta dello Sport, Giovanni Canestrini (già inventore della Mille Miglia) ad avere l’idea giusta per il rilancio della corsa. L’idea, semplice ma geniale, consisteva nell’abbinare il GP di Tripoli ad una lotteria. Questa intuizione, da un lato, consentì di riversare su Tripoli una gran quantità di soldi che consentirono anche la realizzazione dell’ultramoderno circuito della Mellaha, dall’altro lato, però, portò al formarsi di una celebre combine.
Il regolamento della lotteria prevedeva che ad aggiudicarsi il montepremi fossero i fortunati possessori (come d’uso dire in questi casi) dei biglietti abbinati ai piloti primi tre classificati. Infatti, prima della corsa, era previsto che venissero estratti 33 tagliandi, ciascuno dei quali sarebbe stato abbinato ad un driver. Il vulnus di tale meccanismo, era l’avviso che veniva fatto ai possessori dei biglietti estratti e che avveniva con molto anticipo rispetto al GP. La conseguenza di tale previsione fu che la corsa del 1933 venne falsata da una combine che coinvolse Nuvolari, Varzi e Borzacchini. Infatti, i tre driver in questione, e i possessori dei tagliandi loro abbinati, fecero un accordo (neanche troppo segreto, visto che fu siglato dinnanzi ad un notaio) in forza del quale si sarebbero divisi equamente il montepremi. Ovviamente, Borzacchini, Varzi e Nuvolari si accordarono per non attaccarsi reciprocamente, in modo da non rischiare di uscire di pista e perdere, quindi, il piazzamento sul podio. Una combine in piena regola. Come se non bastasse questo patto notarile, iniziò a circolare la voce di un’ulteriore accordo, tra Varzi e Nuvolari, per stabilire a priori il nome del vincitore. Si mormorava che i due piloti in questioni avessero deciso l’ordine d’arrivo con una monetina e che il responso del sorteggio fosse stato: Varzi primo, Nuvolari secondo.
La voce della combine si diffuse a breve per Tripoli, mandando su tutte le furie i piloti che non erano stati coinvolti nell’affare.
Sebbene il risultato finale avesse rispecchiato quanto stabilito nell’accordo, chiunque avesse seguito la corsa aveva compreso che l’accordo era saltato.  Nuvolari e Varzi lottarono sino all'ultimo metro: le vetture dei due campioni percorsero appaiate l'ultima curva e il successo dello "Stilista" fu solo questione di centimetri.  
Tripoli ’33, però, non fu solo l’edizione della “combine”, ma anche l’ultima prova di un pilota leggendario, Sir Tim Birkin. Pilota dal sangue nobile, Birkin era stato assieme a "Babe" Barnato, Bernhard Rubin, Dudley Benjafield, SCH "Sammy" Davis e Glen Kidston uno dei famosi "Boys" della Bentley, la casa che produceva quelle mostruose auto da corsa che Bugatti definiva, con un pizzico di cattiveria, “i camion più veloci del mondo”. Birkin venne consacrato alla leggenda dalle imprese a Le Mans, dove ottenne il successo nel 1929 e nel 1931 e mise in scena un memorabile duello con Caracciola nel 1930. 
Quella corsa di Tripoli ’33, Birkin l’aveva affrontata a bordo di una Maserati.  
Allo start, il leggendario driver britannico prese la testa della corsa, che dovette però cedere poco dopo, quando dovette effettuare una sosta ai box. Perché l’intervento fosse completato più in fretta, Birkin saltò fuori dall’abitacolo e si mise ad aiutare i meccanici nelle operazioni. Ma col braccio scoperto urtò lo scarico dell’auto e si ustionò. Una veloce medicazione e via, Birkin riprese la corsa, all’inseguimento dei due leader, Varzi e Nuvolari. Concluse terzo, ma non sapeva che la sua vita sarebbe terminata da lì a poco. La ferita, che si era procurato aiutando i meccanici, si infettò e questo evento ne causò la prematura scomparsa.   

VARZI-MOLL
Nel 1934, gli organizzatori della corsa, scottati dalle polemiche della precedente edizione, rividero il meccanismo della lotteria, facendo in modo che i possessori dei biglietti fossero avvisati dell'abbinamento al driver solo poco prima dello start. Anche sul versante delle strutture molte cose erano cambiate rispetto al 1933. Vennero, infatti completate l'immensa tribuna e la torre di segnalazione che caratterizzavano quello che si poteva definire, pacificamente, "il circuito più avanzato del mondo".    
Al via della corsa si presentò un pilota che solo qualche tempo prima aveva avuto il suo battesimo nelle corse da gp (.. e che esordio!). Stiamo parlando di Guy Moll. L'algerino aveva debuttato a Montecarlo ottenendo un'incredibile vittoria a danno di Chiron, che sotto pressione aveva commesso un errore all'ultimo giro quando si trovava in testa.
Negli ultimi passaggi, quando il giovanissimo algerino e Varzi si erano trovati l'uno contro l'altro, dai box Ferrari era partita una segnalazione diretta a Moll: lascia perdere, rallenta. Ma Guy aveva finto di non vedere l'indicazione. Aveva continuato a spingere, contendendo la vittoria a Varzi sino all'ultimo metro. Ma come un anno prima, sul filo di lana la spuntò ancora lo stilista. E di nuovo furono polemiche: Moll attaccò Varzi per una presunta scorrettezza, la stampa francese criticò Ferrari per il team order, gli italiani a loro volta accusarono Moll. Ancora una volta Tripoli era stato sinonimo di polemica.
-Bernd508-

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