sabato 9 ottobre 2010

La profezia di Ickx

Qualche giorno fa mi sono imbattuto nella copia scannerizzata di un articolo scritto da Ickx, nel quale il pilota poneva l'accento critico sul numero di GP che avrebbe caratterizzato l'allora prossima stagione 1976: 16, che sarebbero stati 17 senza rinuncia del Sud Africa. 
Senza mezzi termini, il belga parla di "esagerazione", condannando la lievitazione, di anno in anno, del numero delle corse in calendario. 
A chi non fosse esperto (per cultura o per età) delle corse di un tempo, la critica risulta incomprensibile, sebbene sia lo stesso Ickx a spiegare il perché della sua condanna. Per farla breve, secondo il pensiero del pilota, un elevato numero di corse avrebbe finito per distruggere l'automobilismo inteso quale assieme di categorie tra loro integrate.
Perché si possa capire questo genere di critica, occorre anzitutto capire il contesto storico nel quale Ickx sta ragionando. All'epoca, infatti, i piloti si alternavano alla guida delle F1 e delle sport prototipi. Il mondo, insomma, non si esauriva alla Formula1. Non solo. Qualche anno prima Lotus aveva varato con successo il progetto Indy. E la McLaren, negli anni '70, correva ad altissimo livello in F1 e nel Can Am, un campionato importantissimo in nord America. 
Oggi, manca la possibilità di apprezzare l'universalità del pilota, che tendenzialmente si specializza in una categoria e lo fa perché l'automobilismo così impone. La dilatazione della F1 l'ha trasformata in categoria che richiede ai piloti una dedizione assoluta. Di recente c'è stata qualche eccezione, con Villeneuve Jr e Montoya, capaci di essere grandi in F1 dopo aver vinto la corsa più importante del mondo. Tuttavia, ben pochi hanno compreso la portata della loro bravura, così come ben in pochi riescono ad apprezzare l'universalità che fu di Andretti o il record assoluto che detiene la McLaren. 
è un circolo vizioso: non si comprende l'automobilismo come sistema-integrato perché non esiste più. E, ovviamente, non comprendendolo, non si può apprezzare ciò che fu nella storia, né lavorare per invertire la tendenza e riportare la disciplina al suo insieme di categorie tra loro integrate. 
Non per niente, i Gran Premi aumentano a dismisura e il calendario si gonfia. 
-Bernd508- 

4 commenti:

Vittorio ha detto...

Sul programma giovani: è quello che dico anche io. La Ferrari è in ritardo non di anni, ma di generazioni!

Bernd508 ha detto...

Esatto. Questo andrebbe spiegato a chi non sa neanche chi sia Mimmo Dei ...

Anonimo ha detto...

E pensiamo che negli anni '30 la Mercedes e l'Auto Union organizzavano diverse sessioni di test per scegliere giovani piloti, che poi venivano portati sui campi di gara a girare solo nelle prove prima del GP, per imparare i circuiti, prima di essere impiegati nella squadra, magari l'anno successivo...

Bernd508 ha detto...

Un esempio giustissimo, che certamente sarebbe stato necessario citare se avessi voluto sviluppare il tema dell'articolo.
Comunque, quel che volevo intendere è che in giro c'è troppa ignoranza e troppa superficialità. Quest'anno ci hanno venduto la favola dei magnifici 5 quando di magnifici ce ne sono stati forse uno e mezzo. D'altronde, basta leggersi come viene catalogato il mondiale di Raikkonen per capire tante cose.