lunedì 2 maggio 2011

Stewart e Rosemeyer, imprese nella nebbia

La nebbia è un non-luogo. Isola dallo spazio e dal tempo. Così, può succedere che nelle curve del Nurburgring, la Matra di Stewart sfumi nell'Auto Union di Rosemeyer. Un non luogo, la nebbia, che può accomunare due imprese distanziate di quasi trent'anni. 
1936, Nurburgring, Rosemeyer è sulla griglia di partenza, schierato in prima fila, tra Nuvolari e von Brauchitsch. Le auto sono ferme, eppure Bernd ha già giocato la sua prima mossa, facendo sostituire le candele dal proprio capo meccanico. Via. Rosemeyer entra nel muro di nebbia e mentre gli avversari si perdono, lui guida come se nulla fosse. Guida a memoria? Sfrutta una vista superiore, come sembrano accreditare i racconti della findanzata, Elly? 
Difficile dirlo, ma l'impresa è di quelle che lasciano il segno, perché Rosemeyer surclassa Nuvolari, tanto che lo stesso mantovano volante ne resta impressionato, al punto da incoronare Bernd come suo più grande rivale.
La nebbia che sfuma il tempo e lo spazio, ci fa saltare al 1968, ad un'impresa così simile da sembrare una ripetizione del '36. Stavolta il protagonista si chiama Stewart, e guida una Matra. 
Dopo una partenza movimentata, Stewart è terzo dietro a "baffo" Hill e Amon. Via. Le auto si tuffano in un muro di nebbia che isola i piloti da tutto il resto. Ad aggravare le cose c'è anche la pioggia: un'immensa nuvola d'acqua viene alzata dalle vetture, azzerando la visibilità già compromessa dalla nebbia. In questa condizione chi è davanti ha l'enorme vantaggio di non avere - almeno - la nube d'acqua alzata dall'auto che ti precede. 
Stewart, però, riesce a superare lo svantaggio della mancanza di visibilità: prima attacca prima Amon, poi anche "baffo" Hill. Due manovre riuscite, la seconda poi un capolavoro assoluto di coraggio e classe. Il sorpasso a Hill viene portato proprio all'ultima curva che precede il traguardo: Stewart è costretto a infilarsi in un muro d'acqua per compiere il sorpasso. 
Ma non finisce qui, perché Stewart non rallenterà più, spingendo sino a concludere con quattro minuti di vantaggio sul secondo, "baffo" Hill: tanto che la leggenda racconta che, in attesa del secondo, Stewart si sia bevuto un thé caldo. 
-Bernd508-

Nessun commento: