domenica 15 gennaio 2012

Le astronavi

Ho provato una strana sensazione nello scrivere delle vicende di Pietro Bordino. 
Non tanto per essere affondato nel passato remoto, ma perché mi sono reso conto di parlare di una vicenda umana in un contesto storico e culturale che ho sentito alieno. 
Eppure, parlando di Bordino, siamo risaliti ad un'epoca appena anteriore a quella dominata dai Nuvolari, Caracciola, Lang, Rosemeyer .. tutti piloti che abbiamo imparato a conoscere bene e parlando dei quali, lo ammetto, mi sono sentito più a mio agio, rispetto all'articolo appena scritto sul pilota torinese.
Non ho capito la ragione di tale disagio, finché non mi è capitato, quasi per caso, di guardare una fotografia dell'Auto Union Type C versione "stromlinienwagen", ovvero "aerodinamica".
"Sembra un'astronave", ho pensato guardandola e poi scorrendo lo sguardo sulle FIAT squadrate con cui correva Bordino.
Negli anni '30, quindi, con l'ingresso delle case tedesche nei Grand Prix, c'era stato un vero e proprio salto nel futuro: automobili con telai in leghe speciali, per pesare meno, esperimenti e test aerodinamici, di derivazione aeronautica, con lo scopo di rendere i veicoli meno resistenti all'avanzamento ed evitare che, ad alta velocità, si comportassero come ali, sollevandosi da terra.

Dopo la seconda guerra mondiale, ancora una volta, sarebbero stati i tedeschi della Mercedes a riportare nei Grand Prix le loro "auto dal futuro". 
Parliamo della W196, impiegata nei GP tra il 1954 ed il 1955 che, nella sua versione carenata, poteva dirsi diretta erede delle "auto aerodinamiche" tedesche che, negli anni '30, competevano non solo nei record di velocità ma persino nei GP sui circuiti più veloci, come l'AVUS. 
La W196 era un capolavoro di ingegneria e di modernità. 
Con una straordinaria continuità con la filosofia costruttiva degli anni '30, il telaio era in magnesio, risultando così leggerissimo.
Anche sul piano della meccanica, la vettura stupiva con due caratteristiche peculiari ed innovative: la distribuzione desmodromica e l'alimentazione ad iniezione diretta.
In più, come abbiamo detto, la W196 era disponibile in due versioni: a ruote scoperte e carenata, come le "stromlinienwagen".
La versione aerodinamica era particolarmente adatta ai tracciati ad altissima velocità, come il diabolico triangolo di Reims, o Monza, dove infatti, nel '54, la Mercedes stravinse con Fangio.
Nella stagione 1955, al termine della quale la Mercedes si sarebbe ritirata dalle corse da GP, la Mercedes, con Fangio, bissò il successo imponendo ancora la propria forza.
Gli anni '50, come gli anni '30, avevano avuto la loro "bolla di futuro", che sarebbe scoppiata in breve tempo, ma che avrebbe lasciato un segno indelebile negli appassionati, i quali, pensando alle auto da corsa, avrebbero sempre sognato quelle "astronavi" su quattro ruote.
- Bernd508-  

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