martedì 10 aprile 2012

Elio De Angelis e la Lotus 88

Il 14 maggio 1986, durante una sessione di test al "Paul Ricard", tra le fiamme della sua Brabham, perdeva la vita Elio De Angelis, avvelenato dai gas tossici, sviluppatisi nell'incendio.

La mancanza di sicurezza, legata alla scarsa presenza dei commissari lungo il tracciato, che era costata la vita ad Elio, non era un fatto inedito al Ricard. Se ne era accorto anche Ayrton Senna che, il giorno prima della morte di De Angelis, aveva compiuto, a causa di un problema tecnico sulla sua monoposto, un giro a bassa velocità, constatando la presenza di un solo uomo con un estintore: troppo poco per un circuito lungo come era all'epoca il Ricard. Ayrton, però, aveva pensato che, magari, gli potesse essere sfuggita la presenza di altri addetti. Purtroppo, Senna aveva visto bene.
Il giorno della morte di De Angelis, Jo Ramirez, una delle persone che avendo avuto la fortuna di lavorare con Elio più lo apprezzava, aveva potuto constatare amaramente, una strana coincidenza.
Jo ed Elio si erano conosciuti negli "anni eroici" della Shadow, dove i due avevano mosso i "primi passi" nei rispettivi ruoli di direttore sportivo e pilota (correva l'anno 1979).
Ramirez, che aveva lavorato con assi del bagnato come i fratelli Rodriguez e Sir Jackie Stewart, era rimasto impressionato dalla classe di Elio sotto la pioggia, proprio durante un test a Le Castellet.
I due si erano piaciuti anche umanamente, tanto che Elio spesso era ospite a casa di Ramirez, dove intratteneva gli ospiti con il piano. 
Nonostante provenisse da una famiglia agiata, Elio, che amava molto gli orologi, non riusciva a decidersi ad acquistare un Rolex che tanto gli piaceva. Ramirez, che conosceva bene Stewart (il quale, a sua volta, aveva conoscenze con il produttore di orologi, per via di pregressi rapporti di sponsorizzazione), aveva ottenuto, tramite quest'ultimo, un prezzo di favore per Elio, il quale, per ringraziare Jo, gli aveva regalato il suo orologio: un Baume-Mercier d'oro.
Dato che l'orologio che gli aveva dato Elio era molto bello, Ramirez evitava di indossarlo tutti i giorni; ma stranamente (ed è questa la coincidenza di cui parlavamo prima), lo aveva al polso quel maledetto 14 maggio 1986.

Alla Brabham, Elio era arrivato con provenienza Lotus, in cui era approdato nel 1980, da autentico "pupillo" di Colin Chapman che, nel 1981, gli aveva affidato una delle sue creature potenzialmente più interessanti: la Lotus 88
Nata come variante della Lotus 86 (progetto risalente già al 1979), per gareggiare nella stagione 1981, la Lotus 88 sviluppava il concetto di "doppio telaio".
Da un punto di vista tecnico, il modello 88 presentava un telaio interno nel quale erano alloggiate le sospensioni vere e proprie, a cui era interconnesso un apposito sistema sospensivo su cui scorreva un secondo telaio, posto esternamente al primo, nel quale erano alloggiate le appendici aerodinamiche.
Il telaio esterno, quando la vettura raggiungeva uno specifico valore di velocità, si abbassava ricreando l'effetto suolo. Rispetto ad una wing car tradizionale, il modello 88 grazie al sistema del doppio telaio, risultava decisamente più maneggevole. 
In un contesto turbolento come quello della stagione 1981 (caratterizzata dalla tormentatissima applicazione della regola sul divieto delle minigonne e di quella sull'altezza da terra minima a 6 cm), la Lotus 88 (che, in qualche modo, intelligentemente bypassava la regola) fu oggetto delle proteste dei team avversari.
A Long Beach l'88 venne prima ammessa, e poi vietata. Analoga situazione si registrò al GP successivo, a Rio. Anche la "variante della 88", denominata 88B, presentata a stagione in corso, non subì miglior sorte della precedente, venendo considerata difforme al regolamento.
Il paradosso, è che in quella stagione, venivano considerate regolari auto come la Brabham, dotate di crick per regolare l'altezza da terra alle verifiche ..


Tornando a De Angelis, il suo rapporto con la Lotus, con la quale  ottenne due successi iridati (al GP d'Austria del 1982 al volante della Lotus 91, dopo un arrivo in volata con Rosberg ed al GP di San Marino nel 1985, dopo la squalifica della McLaren di Prost), si ruppe al termine della stagione 1985.
Per comprendere le ragioni dell'addio di Elio alla Lotus, occorre mettere a fuoco la situazione del team nel 1985.
Nella gestione del team a Chapman, scomparso nel 1982, era subentrato Peter Warr, che aveva lavorato per diversi anni in Lotus fino ad arrivare al posto di comando.
Secondo la testimonianza di Mansell, Warr si considerava un forte team manager, ma in realtà molte delle scelte di successo, che costituivano un vanto per Warr, erano state prese da Chapman.
Insomma, per intenderci, nella visione di Mansell, la Lotus funzionava grazie alla genialità di Chapman, mentre gli altri soggetti, come Warr, potevano avere l'impressione di far girare il team in modo funzionale ma in realtà erano solo ingranaggi che derivavano il proprio moto dal "motore" Chapman.
Nel 1985 la Lotus sarebbe stata quindi, sempre secondo Mansell, nelle mani di un personaggio come Warr inadeguato al ruolo.
In più, la Lotus nel 1985 non aveva le risorse di team come McLaren e Williams e, non potendo schierare due auto ugualmente competitive, dovette operare giocoforza delle scelte tra i due piloti.
In questo contesto, alla Lotus era sbarcato Ayrton Senna, che aveva esordito in F1 l'anno prima, sbalordendo con splendide prestazioni al volante della Toleman, come quella di Montecarlo. La Lotus a questo punto, fece la sua scelta, dovuta al fatto di non essere in grado di schierare due auto egualmente competitive e privilegiò Senna. 
L'idea di valorizzare il brasiliano, secondo me, non può essere oggetto di critiche troppo feroci: già all'epoca, infatti, era evidente l'immenso talento di Ayrton .. e, del resto, a posteriori la scelta avrebbe trovato piena giustificazione.


Eppure .. eppure .. qualcosa non torna, perché appoggiare Ayrton non implicava necessariamente abbandonare, mettere da parte De Angelis, come invece avvenne.
Questa scelta, a mio avviso, non fu un bene per la Lotus: vero che il team non era in grado di offrire auto identiche ad entrambi i piloti, ma perché non sfruttare a fondo le potenzialità di De Angelis, anche in ragione della sua esperienza? 
Domanda a cui dovrebbe rispondere Warr .. 
Significativo quanto disse Mansell a proposito di un suo colloquio con Elio de Angelis: il pilota inglese riferì che, da un dialogo con De Angelis, era emerso come Warr avesse tempo solo per Senna, riservando al brasiliano tutte le sessioni di test. 
Comprensibilmente Warr, avendo capito le potenzialità di Senna mirava a migliorare il brasiliano, facendogli fare esperienza, anche con i test: una politica giusta ma che si poteva attuare benissimo valorizzando maggiormente de Angelis (a cui i risultati fino ad un certo punto della stagione stavano dando ragione). 
La spiegazione di questa politica dannosa per la stessa Lotus, da cui era scaturito l'addio di Elio al team, andrebbe, quindi, ricercata nell'inadeguatezza di Warr.
-Bernd508-

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