lunedì 24 settembre 2012

Monza: Campari e la Bugatti Type 54

Di recente si è corso a Monza, con la splendida rimonta di Fernando Alonso, la gara tattica di Perez, la sfortuna di Button ed un Hamilton che mi sembrava quello superlativo delle prime gare del 2007 .. eppure il primo pensiero che mi ha assalito, quando le monoposto hanno iniziato a scorrazzare lungo la pista brianzola, ma anche l'ultimo a lasciarmi, a "giochi fatti", è stato quello di Ricardo Rodriguez, del Conte Stanislas Czaykowski, di Borzacchini e Campari.
D'accordo. Altra Monza, altre curve (sopraelevate), quelle su cui Musso aveva rischiato una clamorosa affermazione .. ma insomma .. sempre Monza, sempre il tempio della velocità. 
Pensieri acri o in salsa agrodolce, con quel retrogusto amaro di cui non ti liberi. 
Pensi a Rodriguez, e ti viene in mente quel secondo posto nelle qualifiche di Monza del 1961 ... ma poi, fatalmente, ti ricordi .. della fine tragica di Ricardo in Messico, a casa sua.
Dici Czaykowski, Borzacchini e Campari ... e componi il terzetto del "giorno nero" delle corse: Monza 1933.
L'occasione del ricordo del "black sunday", a Monza, rende quasi doveroso un "breve cenno" sul "negher di Lodi", come era chiamato Campari.


Pilota dell'Alfa Romeo, aveva esordito, nel 1913, alla guida di un'auto da corsa in una gara salita (la Parma - Poggio di Berceto).
Campari oltre a svolgere il "mestiere" di driver si dilettava con il canto .. anche se sarebbe meglio dire che Campari aveva le idee un po' confuse su quale fosse il suo "mestiere" principale.
Ebbe, infatti, a dire, il nostro Campari, che la gente, quando cantava, gli suggeriva di guidare, e quando guidava, gli suggeriva di cantare.
Fatto sta che Campari lo ricordiamo come pilota e, incidentalmente, come pilota che si dilettava con il canto. 
Monza, uno strano crocevia per il nostro Campari: la gara che ne ha segnato la tragica fine, nel '33, la pista del successo (in tandem con Nuvolari) nel 1931, quando, guidando la nuova P3, aveva vinto il Gran Premio d'Italia, corso dall'Alfa (che si voleva ritirare dopo la morte di Arcangeli in prova) su ordine di Mussolini.
Nel 1932, pensate, l'Alfa schierava un team composto da: Borzacchini, Caracciola(!), Nuvolari(!)(!) e Campari. 
Una line-up straordinaria, ma che aveva relegato Campari ad un ruolo marginale, tanto da indurlo al passaggio in Maserati, con la quale, nel 1933, vinse al GP di Francia. 
Campari a Monza, nel 1933, era arrivato con il proposito di darsi al canto e lasciare le corse. La tragedia, che tolse la vita a Campari, nella domenica nera monzese, lasciò quell'intenzione nel limbo dell'irrealizzato.


Ma c'è stato un altro protagonista (anche se non assoluto) a Monza nel 1931, su cui vogliamo soffermarci: questa volta parliamo di un'automobile, la Bugatti Type 54, che proprio al Gran Premio di Monza (da non confondere con il Gran Premio d'Italia) ebbe il suo "battesimo", nel '31 (bagnato da un terzo posto finale con Varzi). 
Non è un caso che la Type 54 abbia debuttato a Monza, come non è un caso la vittoria del '33 all'AVUS con Varzi: infatti, la Type 54 era una vettura potente, col suo motore di 4.9 litri, twin-cam, con compressore, certamente non facile da guidare.  
Per la Type54, nata come sviluppo di modelli precedenti (il motore era quello della Type50), Bugatti aveva realizzato una specifica scatola del cambio (a tre marce).
I destini della Type54 e di Monza tornarono a incrociarsi, fatalmente, nel '33 allorquando, con Czaykowski al volante, venne coinvolta nella tragedia del "black Sunday" monzese

-Bernd508-

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